In scena alcune delle sue più famose barzellette e dei suoi più esilaranti sketch ma soprattutto il racconto della sua vita e dei suoi progetti per l’avvenire. In un progressivo svelamento delle sue intime emozioni, delle contraddizioni che lo abitano e delle fratture profonde che hanno mano a mano scalfito la sua personalità fino al tramonto.
Uno spettacolo che si muove tra il piano simbolico e documentaristico, evocando esperienze artistiche poliedriche, a cavallo tra la Rivista (intesa come teatro di Varietà) e il film d’autore, attraversando Beckett, Zavattini, Visconti e la nascita della televisione.
Si vuole, con questo spettacolo, rendere omaggio al grande attore teatrale e cinematografico Walter Chiari, dissipatore di creatività innata, di idee, fiumi parole, aneddotica, barzellette, un uomo che si donava sulla scena con una prodigalità eccezionale.
Di lui si mette in luce l’assoluta genialità e la cristallina capacità istrionica, la grande inventiva drammaturgica, la straordinaria vita ai limiti del teatrale.
Ciò che ci sembra unisca la maggior parte dei racconti mitici di Chiari è il tentativo, affidato di volta in volta ai singoli personaggi protagonisti, di parare i colpi della realtà con una serie di ricette teoriche, intuizioni precostituite, ideologie astratte. Tentativi che ogni volta vengono immancabilmente spiazzati dalla vita stessa, multiforme e irrazionale, mostrandoci, così, un’umanità fragile e incapace di controllarsi, immancabilmente esilarante.
Gli spunti biografici sono stati raccolti in particolar modo dal libro “Walter Chiari- Un animale da palcoscenico”, scritto dal giornalista Michele Sancisi, un supporto indispensabile anche nella comprensione più profonda del personaggio e nella raccolta dei materiali e degli aneddoti meno conosciuti del grande attore.
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