Rievocazione storica dell’esperienza in Russia degli Alpini durante la Seconda guerra mondiale
A FONDO PAGINA, L’ELENCO DELLE SEZIONI ANA PRESSO CUI LO SPETTACOLO E’ STATO MESSO IN SCENA
Il processo di beatificazione di don Carlo Gnocchi ha illuminato e spronato gli studi e le circostanze che negli ultimi anni mi hanno avvicinato alla storia eroica di un uomo di Chiesa che ha portato e trovato Cristo dentro le pieghe, anche le più amare, della vita, della società e della storia italiana del Novecento. Un “santo imprenditore” è stato più volte definito, nel senso di una instancabile attività caritatevole non relegata in sacrestia ma permeata dentro la società, così da renderla più ricca, più umana e più giusta, quella società. Dopo i primi anni dedicati all’educazione e all’accompagnamento dei ragazzi in un liceo a Milano, si può dire che la vera avventura inizi con lo scoppio della Seconda guerra mondiale.
Nel 1942 il tenente Carlo Gnocchi chiede ed ottiene di partire per la Campagna di Russia come cappellano militare della Divisione Alpina Tridentina. Dopo che l’anno precedente avevo seguito i ragazzi della Julia sui monti dell’Albania.
La tragicità della guerra ed in particolare di quella guerra così evidentemente assurda e immotivata è raccontata nel mirabile scritto: Cristo con gli alpini. Pagine memorabili dove affiorano della guerra pensieri di una profondità unica ed esemplare e di una efficacia tale da riempire di domande pregnanti anche la vita di ognuno di noi apparentemente abbandonato al quieto vivere quotidiano.
Dunque una memoria di fatti storici dimenticati, che hanno accresciuto di valore la storia dell’Italia e degli italiani e che per questo vale la pena di rievocare oggi. E una coscienza di vita che l’autore ha acquisito dentro circostanze tragiche capace di gettare luce nella nostra guerra di tutti i giorni. In scena un attore che con le parole di Don Carlo e di altri testimoni racconta da narratore quello che le vicende hanno impresso nella memoria, come un resoconto, una resa dei conti. Un’esperienza così intensa da evocare sulla scena un soldato, l’altro attore, che rappresenta tutti i soldati che Don Gnocchi ha visto soffrire e morire davanti ai suoi occhi.
La preponderanza musicale
L’andamento del racconto è ritmato dalle note di alcuni canti alpini che sicuramente accompagnarono anche allora la drammatica impresa di quei giovani alpini in Russia che trovarono nei loro canti sostegno e speranza. Si ascoltano non semplicemente come sottofondo ai fatti narrati ma come parte integrante di quella vicenda: si potrebbe addirittura dire che costituiscono la scena dello spettacolo.